mercoledì 13 luglio 2011

Il Duca Federico di Montefeltro

Poteva sembrare un uomo forte e deciso, ma dietro quel suo aspetto severo si nascondeva un uomo fragile e malinconico, avrebbe voluto piangere in ogni momento, ma si tratteneva. Era rimasto solo, non aveva nessuno: il figlio minore era morto a quattro anni perché colpito dalla malaria, mentre il maggiore era stato condannato all’impiccagione per aver ucciso la madre. Il duca aveva vissuto un’infanzia amara; benché fosse un nobile, da ragazzino aveva lavorato al servizio di un conte e, quando una volta non aveva rispettato con precisione un suo ordine, era stato punito severamente: l’occhio gli era stato cavato, l’orecchio tagliato  e il volto sfregiato con della brace ancora ardente. Questo era il motivo per il quale si faceva ritrarre sempre di profilo. Ciò che più gli attribuiva un aspetto maestoso era il naso, con quella gobba tipica dei nobili. Il mento sporgente gli conferiva un’aria solenne, al contrario il grande cappello rosso era  piuttosto buffo e molte servette gli ridevano alle spalle a causa del suo abbigliamento eccentrico. Al duca, infatti, mancava la moglie e quindi aveva deciso di farsi cucire i vestiti con le stoffe degli abiti della moglie, che avevano ricami floreali e molto variopinti.  Era un uomo di una certa età: ciò si poteva notare dagli occhi stanchi e arresi contornati da profonde occhiaie scavate che si fumavano in lunghe rughe. Un altro simbolo di anzianità era la pelle rugosa e screpolata che raccontava di una vita aspra e difficile.


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